Polimeriche “invisibili” ai raggi X: come è nata la leggenda?

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Polimeriche “invisibili” ai raggi X: come è nata la leggenda?

Per fortuna, tra gli appassionati di armi, specialmente quelli che posseggono una pistola polimerica, la leggenda metropolitana relativa al fatto che le armi con fusto in plastica sarebbero, non si sa come, “invisibili” al metal detector è ormai tramontata. Resiste, tuttavia, pressoché inossidabile tra coloro i quali non posseggono armi e non hanno dimestichezza con esse, incluso qualche giornalista della stampa non specializzata.

Ma come, e quando, è nata questa leggenda metropolitana? Come spesso accade, una responsabilità precisa sembra averla ancora una volta il cinema. Nel caso specifico, parliamo del film Die hard 2 (in Italia, 58 minuti per morire), secondo capitolo della saga del poliziotto John McClane interpretato da Bruce Willis. Il film, uscito nelle sale nel 1990, è stato uno dei primi (anche se non il primo in assoluto) nel quale è stata utilizzata la pistola austriaca Glock che, appunto, come è ormai universalmente noto ha il fusto in polimero.

Il “patatrac” sulla credenza che questa pistola sia “invisibile” al metal detector è determinato da una battuta di Willis/McClane, il quale subito dopo aver sconfitto uno dei “cattivi” nei locali di gestione dei bagagli dell’aeroporto, per contestare la ricostruzione del responsabile della sicurezza aeroportuale, secondo il quale il soggetto con il quale il protagonista si era scontrato era un semplice ladro di bagagli, esclama: “bagagli? Quello mi ha puntato una Glock 7. Lo sa cos’è? Una pistola di ceramica, fatta in Germania. Non viene rilevata dai raggi X e costa più del suo stipendio mensile”.

Ovviamente nel film c’erano numerose informazioni sbagliate: Glock non ha mai fatto un modello chiamato “7”, non è tedesca ma, a fronte di queste evidenti licenze cinematografiche, chissà perché l’indicazione sul fatto che sia “invisibile ai raggi X” è stata universalmente presa per buona e ha resistito per lungo tempo nell’immaginario collettivo.

Come stanno le cose?
È abbastanza ovvio anche ai sassi, ma conviene pur sempre ribadirlo: né le pistole Glock, né le altre pistole con fusto polimerico, sono in alcun modo “invisibili” ai raggi X dei controlli aeroportuali o in generale ai controlli di sicurezza. Questo per una molteplicità di ragioni: la prima è che anche se il fusto è (in parte) in plastica, la canna e l’otturatore sono in acciaio e quindi hanno una massa più che sufficiente a far scattare qualsiasi rilevatore; anche il fusto, peraltro, contiene numerosi elementi metallici che già di per sé integrano una massa sufficiente a far scattare i sensori dei controlli. Inoltre, anche la mescola del polimero in sé è realizzata con materiali tali da far sì che risulti “opaca” ai raggi X, palesando quindi in modo preciso la propria sagoma.

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Fonte: armietiro
Polimeriche “invisibili” ai raggi X: come è nata la leggenda?