Trap olimpico: dominio Beretta

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Trap olimpico: dominio Beretta

Il neo campione olimpico, il britannico Nathan Hales; il secondo classificato, il cinese Ying Qi e il guatemalteco Jean Pierre Brol Cardenas, terzo. I tre tiratori che sono saliti sul podio olimpico del Trap hanno un comun denominatore: tutti e tre hanno utilizzato un Beretta Dt11. Il celebre sovrapposto dell’azienda di Gardone Valtrompia (Bs), dunque, è stato il grande protagonista della finale del Trap ai Giochi olimpici in corso di svolgimento a Parigi.

Il presidente di Fabbrica d’armi Pietro Beretta, Franco Gussalli Beretta, si è gustato questa finale dagli spalti dello splendido impianto di Chateauroux, cittadina a 250 chilometri a Sud di Parigi che sta ospitando tutte le discipline del tiro, insieme al figlio Carlo Alberto e all’amministratore delegato, Carlo Ferlito. «Sono felicissimo per il successo di Nathan Hales», ha commentato a caldo Franco Gussalli Beretta, «ma anche per il fatto che anche gli altri tiratori sul podio hanno sparato con i nostri fucili. Un’affermazione così importante che riempie i nostri cuori di orgoglio. Una performance eccezionale che resterà nella storia di questa disciplina. La mia famiglia è intimamente legata al mondo del tiro a volo e supportiamo questi campioni dall’Olimpiade del 1956 a Melbourne quando, con Galliano Rossini, vincemmo la prima medaglia d’oro. Perciò provo un grande orgoglio per avere fatto parte di questo percorso vincente fornendo il miglior fucile possibile frutto della nostra esperienza che combina innovazione, tradizione e affidabilità».

Lo stesso Nathan Hales, che ha voluto abbracciare i massimi dirigenti dell’azienda subito dopo la vittoria, ha commentato così il suo straordinario successo: «Sentirsi un campione olimpico è una sensazione straordinaria, qualcosa per cui si lavora duramente. Sono felicissimo di essere riuscito a tagliare il traguardo e a vincere l’oro, ottenendo anche un record olimpico. Ho sempre avuto un feeling speciale con il mio fucile Beretta, sin dal primo colpo».

Il ceo e direttore generale Carlo Ferlito ha aggiunto: «Le più calorose congratulazioni a Nathan Hales per questa medaglia d’oro. Il tiro al volo richiede precisione, concentrazione e lavoro di squadra, qualità che rispecchiano i valori della nostra azienda. Così come nello sport, anche nel nostro lavoro quotidiano puntiamo all’eccellenza attraverso la collaborazione e l’innovazione. E i frutti si traducono in un dato molto chiaro: in questa tornata olimpica quasi il 60% dei fucili utilizzati dai tiratori è made in Gardone. Questo trionfo non è solo una vittoria del tiratore, ma un orgoglio per l’intero Paese, dimostrando come lo sport possa essere un potente volàno di crescita».

Anche Carlo Gussalli Beretta si è espresso in merito a quest’impresa: «Che splendido risultato. Non potremmo essere più fieri di questa medaglia. Vedere tre tiratori salire sul podio olimpico con un nostro fucile è emozionante. Amo molto le discipline del tiro a volo e dentro di me sento forte il desiderio di rendere ancora più accessibile questo sport soprattutto fra i giovani. Questo successo ci ispira a continuare a innovare e a sostenere il talento con la migliore tecnologia disponibile».

La gara olimpica di Trap poteva andare diversamente, invece, per Giovanni Pellielo, il quale nonostante il suo 121 non è riuscito ad accedere alle finali. Johnny ha così commentato le sue sfumate speranze di avere un posto nell’olimpo: «Sono qui, io ci sono ancora, ho combattuto fino in fondo e l’appuntamento con la medaglia è solo rimandato».

Oggi alle 15,30 occhi puntati sulla finale di Trap Femminile.

 

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Fonte: armietiro
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